Disuguaglianze: una piaga in forte espansione
La forbice tra chi può e chi non può si allarga sempre di più. Nei Paesi del Sud del mondo la povertà estrema continua a segnare la vita di milioni di persone, spesso costrette a sopravvivere con meno di 2 dollari al giorno. È una tragedia che priva intere comunità di cibo, salute, istruzione e diritti fondamentali.
Ma anche nei Paesi cosiddetti “ricchi” la situazione non è confortante. In Italia, secondo i dati Istat 2024, oltre il 23% della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale. Il dato sale al 25,6% per le famiglie con minori e raggiunge livelli drammatici nelle famiglie numerose: più di 4 su 10 con tre o più figli vivono in condizione di deprivazione o marginalità. Un fenomeno che conferma come la povertà non sia più relegata solo alle aree più fragili del pianeta, ma stia avanzando anche nel cuore dell’Europa.
A livello globale, la Banca Mondiale stima che oltre 700 milioni di persone vivano in povertà estrema, mentre le disuguaglianze di reddito e di opportunità continuano a crescere. Cambiamenti climatici, conflitti e crisi economiche stanno aggravando un divario che appare ogni anno più difficile da colmare.
Non possiamo girarci dall’altra parte. La povertà e le disuguaglianze riguardano tutti. Come ASeS – Agricoltori Solidarietà e Sviluppo – crediamo che sia urgente tornare a lavorare fianco a fianco con le comunità, mettendo al centro i valori che ci hanno portato fin qui: solidarietà, rispetto reciproco e inclusione.
Lo facciamo in Italia e all’estero, al fianco delle comunità rurali più vulnerabili. Con i nostri progetti, sempre nel rispetto delle culture e delle tradizioni locali, vogliamo garantire:
- autosufficienza alimentare, attraverso un’agricoltura sostenibile;
- istruzione e formazione, perché ogni bambino e giovane abbia un futuro;
- opportunità di reddito, per restituire dignità e prospettive alle famiglie.
La terra è la nostra forza: se coltivata con rispetto, sa dare a tutti cibo sano, un ambiente equilibrato e la possibilità di vivere con dignità. È da qui che dobbiamo ripartire per costruire un futuro più equo.