Seminare il futuro, insieme: Assemblea ASeS 2025
Si è svolta a Roma, presso la sede nazionale di CIA – Agricoltori Italiani, l’Assemblea annuale di ASeS – Agricoltori Solidarietà e Sviluppo. L’incontro ha rappresentato un’occasione fondamentale per analizzare le attività in corso, condividere prospettive future e approvare il bilancio consuntivo dell’organizzazione. Molti i soci collegati anche da remoto, a testimonianza di un forte impegno partecipativo e di una comunità attenta alle sfide del presente e del futuro.Hanno preso parte ai lavori, oltre alla Presidente Cinzia Pagni, anche Cristiano Fini, Presidente nazionale di CIA – Agricoltori Italiani, Claudio Guccinelli, Direttore di ASeS, Niccolò Zavattoni, Responsabile Progetti Italia, e Laura Brida, Consigliera.L’assemblea è stata l’occasione per riflettere sul ruolo crescente dell’agricoltura come strumento di inclusione e cooperazione, sia in Italia che nei contesti internazionali dove ASeS è attiva.
Di seguito riportiamo l’intervento della Presidente Cinzia Pagni, che ha aperto i lavori dell’assemblea.
Ogni anno, l’Assemblea di ASeS rappresenta un momento prezioso per riflettere su ciò che siamo e su ciò che vogliamo continuare a essere: un ponte tra mondi, tra persone, tra comunità.
Viviamo un tempo segnato da crisi che si intrecciano e si rafforzano a vicenda: alimentare, climatica, energetica, demografica, migratoria.
Crisi diverse, ma con un denominatore comune: la terra. E, soprattutto, chi la lavora.
Oggi oltre un terzo dell’umanità vive di agricoltura. Eppure, milioni di piccoli produttori – in particolare in Africa subsahariana e in America Latina – non hanno accesso a credito, acqua, formazione, mercati equi.
Un paradosso amaro: chi produce cibo è spesso la prima vittima della fame.
ASeS nasce da questa consapevolezza.
Dalla volontà della Confederazione Italiana Agricoltori di mettere la propria esperienza tecnica, economica e culturale al servizio della cooperazione internazionale.
Il nostro punto di partenza è semplice, ma radicale:
non esiste sviluppo duraturo senza agricoltura sostenibile.
E sostenibile significa: giusta, equa, accessibile, comunitaria.
Nel 2024 abbiamo lavorato in 7 Paesi, sviluppando progetti focalizzati su:
• sicurezza alimentare, attraverso orti comunitari, semi locali e tecniche agroecologiche;
• imprenditoria rurale femminile e giovanile, con percorsi di formazione e accesso al microcredito;
• rafforzamento delle filiere produttive, con sistemi di trasformazione e conservazione;
• resilienza climatica, soprattutto nelle aree più vulnerabili.
Non si tratta di “assistenza”, ma di investimenti in capitale umano, autonomia, infrastrutture sociali.
Nel contesto globale attuale – instabile, segnato da conflitti e inflazione – la cooperazione agricola è una leva strategica.
La guerra in Ucraina ha mostrato tutta la fragilità delle filiere globali del grano e dei fertilizzanti. Oggi è ancora più urgente rafforzare la sovranità alimentare locale.
Allo stesso tempo, la transizione ecologica ci chiede di ripensare i modelli intensivi, non più sostenibili né dal punto di vista ambientale né sociale.
I progetti di ASeS sono veri laboratori di modelli alternativi, nati dal basso, pensati per i territori.
Il nostro valore aggiunto è un approccio integrato e territoriale:
non portiamo solo tecnologie, ma costruiamo relazioni, reti, responsabilità condivise.
Vogliamo dimostrare che l’agricoltura può essere sviluppo, pace, coesione sociale. In Senegal come nelle aree interne italiane.
Il nostro lavoro si confronta quotidianamente con le sfide geopolitiche globali.
Secondo la FAO, oggi oltre 735 milioni di persone soffrono la fame.
È un dato che torna a crescere, spinto da guerra, crisi climatica, pandemia, disuguaglianze economiche.
E mentre l’obiettivo “Fame Zero” dell’Agenda 2030 si allontana, nuove incertezze globali si affacciano.
Dalla guerra in Medio Oriente alle crisi nel Sahel e in Sudan, fino al possibile rallentamento della cooperazione multilaterale con il ritorno sulla scena internazionale di Donald Trump.
In questo scenario, ASeS riafferma la propria identità:
siamo agricoltori che fanno cooperazione.
Lavoriamo con contadini, cooperative, enti locali e partner tecnici per costruire sviluppo rurale sostenibile e radicato nei contesti.
Nel 2024:
• abbiamo realizzato progetti in 7 Paesi, raggiungendo oltre 10.000 beneficiari diretti;
• abbiamo rafforzato oltre 150 microimprese femminili rurali;
• abbiamo formato giovani agricoltori per contrastare disoccupazione ed esodo rurale;
• abbiamo attivato collaborazioni con università, enti locali, ONG e imprese agricole italiane.
Tutte le nostre attività sono in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare:
• Obiettivo 1: Povertà Zero
• Obiettivo 2: Fame Zero
• Obiettivo 5: Parità di Genere
• Obiettivo 8: Lavoro dignitoso
• Obiettivo 13: Lotta al cambiamento climatico
Ma non ci limitiamo ad aderire agli obiettivi: li rendiamo concreti.
Con soluzioni pratiche, tangibili, necessarie: un pozzo, una serra, un corso di contabilità per una cooperativa di donne.
Soprattutto, con alleanze tra pari, tra agricoltori italiani e contadini africani o sudamericani. Perché i saperi si scambiano, non si impongono.
Oggi, l’agricoltura è una leva geopolitica fondamentale:
serve per produrre cibo, ma anche per rafforzare territori, generare reddito, contrastare le migrazioni forzate.
Per questo, l’agricoltura va sostenuta, protetta, accompagnata.
ASeS è tutto questo:
una rete di persone che credono che un’altra agricoltura – e un altro mondo – siano possibili.
Continueremo a lavorare nei territori, ma anche a far sentire la nostra voce nei luoghi dove si decide il futuro.
Perché chi lavora la terra ha diritto di contare, di essere ascoltato, di avere un futuro.
Se, come ricorda la FAO, “la fame è un problema creato dall’uomo, e dunque risolvibile”,
la vera domanda è: che tipo di futuro vogliamo seminare?
Noi, con ASeS, abbiamo scelto di seminare giustizia, dignità, resilienza.
Ogni campo coltivato, ogni pozzo scavato, ogni giovane formato è una radice nel futuro.
Perché il futuro non si aspetta: si semina. Insieme.
E oggi vi chiediamo di far parte di questo processo.
• Alle istituzioni, chiediamo il coraggio di investire nella cooperazione agricola come leva di pace.
• Al mondo agricolo, chiediamo di continuare a condividere competenze ed esperienze.
• Al terzo settore, chiediamo alleanza, creatività, prossimità.
• E a ciascuno, chiediamo una cosa semplice:
non voltarsi dall’altra parte.
Abbiamo bisogno di tutte le mani, le idee, le energie.
Perché un seme da solo non fa un raccolto. Ma una rete, sì.
Grazie per essere parte di questa rete.
Grazie per essere parte di ASeS.
Perché il futuro non si aspetta: si semina. Insieme.