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Aiutare gli altri si trasforma sempre in una ricchezza per noi stessi

Quando aiutare gli altri si trasforma in una ricchezza per noi stessi

“Lavoriamo insieme per conoscere il Senegal”

Una vista che ha riscosso un grande successo sotto ogni punto di vista. Potrebbe essere commentata in questo modo la settimana di volontariato che si è svolta in Senegal e che ha visto 7 rappresentanti di ASeS – Agricoltori Solidarietà e Sviluppo Cia Agricoltori Italiani, immergersi pienamente nelle attività quotidiane di questo Paese con una particolare attenzione rivolta alle attività di cooperazione e del progetto che la Ong sta portando avanti in loco. La delegazione italiana, animata dalla voglia di cooperare e mettersi a disposizione e pronta a partecipare lavori necessari per trasformare l’obiettivo in concretezza , era composta, oltre che alla presidente Cinzia Pagni, da  lucani, lombardi e della liguri. 

Guida,oltre che punto di riferimento per tutti i giorni di permanenza, è stata Giovanna Cantice collaboratrice di ASeS per il Senegal, da anni impegnata in questo Paese e oggi figura centrale per gli interlocutori e i partner locali. Il viaggio realizzato e messo a punto in ogni dettaglio dopo aver fatto un monitoraggio delle richieste delle associazioni del villaggio, i comitati di gestione della Scuola Elementare, della Case de Santé e gli attori di sviluppo locale, ha potuto mettere in luce gli aspetti positivi dell’intervento e perfezionare alcune criticità.  

“Sin da subito si è creato un forte legame umano tra noi e i senegalesi – è stato commentato dai volontari – e questo ci ha consentito di vivere e approfondire al meglio le usanze, la cultura e le necessità di questo popolo. Grazie a Giovanna  abbiamo verificato l’impegno e la concretezza dell’intervento di ASeS; abbiamo incontrato le donne attiviste e utenti della Casa della Salute una sorte di centro ospedaliero punto di riferimento dell’area rurale e abbiamo meglio potuto comprendere quali sono le reali condizioni e necessità di questo popolo. Con l’occasione abbiamo consegnato medicinali e prodotti sanitari portati dall’Italia e abbiamo appreso importanti informazioni sul piano di lavoro della stessa”

Anche se gli interlocutori principali  di ASeS  sono i piccoli produttori agricoli locali dei paesi in via di sviluppo e se la missione della Ong è di potenziare al meglio le capacità agricole  tramite la formazione e una rinnovata tecnologia, assicurare loro e alla comunità di riferimento un livello di vita sicuro e dignitoso, tramite progetti socio-sanitari  e di prevenzione, diventa essenziale.

Spesso infatti  le necessità queste comunità rurali si equivalgono: una dimora dignitosa; sostegno all’accesso ai servizi educativi ed igienico-sanitari di base; accesso a terra fertile ed acqua per i contadini, soprattutto donne con scarse risorse; sviluppo di strutture di stoccaggio e di trasporto locali; accesso per i piccoli produttori ai mercati locali, regionali e globali; partecipazione anche con rappresentanti ai tavoli politici; sostegno alle cooperative contadine locali e altre forme di organizzazione collettiva nella filiera agricola.

“Molti sono ancora gli interventi da attuare – continuano i volontari – per esempio siamo stati colpiti dalla grande quantità di rifiuti lasciati ovunque, lungo le strade e nei campi, una piaga che inquina e stiamo cercando di debellare. Va sottolineato che come Ong ci impegniamo a cooperare e a trasferire le nostre migliori pratiche soprattutto in tema di agricoltura e non solo, senza mai però prevaricare le usanze e la cultura locale. Il rispetto delle tradizioni è infatti per noi questione imprescindibile”

L’arrivo dei volontari italiani ha fatto seguito al riconoscimento da parte del Ministero degli Interni di ASeS come Associazione Straniera in Senegal, un atto necessario per avere una sede e svolgere attività in loco. Questo ha anche permesso la firma del Protocollo d’Intesa per progetti di cooperazione tra Cinzia Pagni, presidente di ASeS e Mouhamed (Rassoul) Gueye presidente dell’Associazione Jëf, uno dei partner della zona. 
Molti i momenti significativi di questa settimana tutti atti ad aprire un dialogo di cooperazione e conoscenza reciproca con il dichiarato intento di aiutare questo territorio nel difficile cammino verso occasioni di inclusione e opportunità anche per i più poveri .
Particolarmente interessante il colloquio tra la presidente Pagni e il Sindaco della comunità in merito ai  possibili interventi condivisi e l’incontro con il direttore e gli insegnanti della scuola del villaggio. Le pari opportunità, in tema di scolarizzazione, sono infatti uno degli obiettivi di ASeS, per questo sono stati offerti sussidi didattici portati dall’Italia e, contemporaneamente, sono stati avviati i lavori per rendere più idoneo l’edificio.

“Noi veniamo dal mondo dell’agricoltura – hanno sottolineato i volontari  – per questo abbiamo trascorso molto tempo nelle aziende agricole. Una delle difficoltà di questa terra è avere acqua: molti dei contadini non hanno pozzi e possono lavorare la terra solo durante la stagione delle piogge, oggi, però questo rappresenta anche un dramma perchè con i cambiamenti climatici le disastrose calamità naturali sono sempre dietro l’angolo. Trovare delle possibili e sostenibili soluzioni è un nostro impegno. Questi giorni in Senegal, fianco a fianco, giorno e notte con questo popolo, ci hanno permesso di avere il quadro delle condizioni di produzione e degli interventi prioritari da porre in essere. Nel frattempo abbiamo suggerito alcune tecniche di meccanica per quanto riguarda i pozzi e per la selezione delle razze di allevamento, abbiamo recuperato  macchinari e pezzi di ricambio che invece noi rottamiamo e abbiamo visitato un vivaio ricco per la sua rigogliosa vegetazione e per le varietà coltivate.

Oggi torniamo a casa più ricchi di quando siamo partiti perché da questa esperienza, se mai ce ne fosse bisogno, abbiamo la conferma di quanto la terra e i suoi frutti possono dare in termini di diritti per tutti. Abbiamo visto come i nostri progetti stanno offrendo delle opportunità a questa popolazione e abbiamo l’ennesima conferma di come le buone pratiche del settore primario possano dare speranza a popoli in via di sviluppo ma anche a noi”

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