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Lavoro in agricoltura aspetti contrattuali e contratti di appalto

Lavoro in agricoltura aspetti contrattuali e contratti di appalto

 

 

Attenzione alla facili soluzioni e a chi promette miracoli. È il monito arrivato dal convegno che si è svolto nella sede della Nuova Cooperativa a San Pietro di Cavarzere. L’incontro organizzato da Cia – Agricoltori Italiani Venezia, al quale ha partecipato anche ASeS con la presidente Cinzia Pagni, ha fatto  il punto sui nuovi adempimenti burocratici previsti per le assunzioni in agricoltura e, con l’occasione, ha  aperto una riflessione approfondita su una piaga in costante aumento:  il ricorso al caporalato e lo sfruttamento al quale sono sottoposti molti lavoratori soprattutto se sono stranieri. Un tema difficile e complesso, perché l’agricoltura ha bisogno di manodopera, soprattutto stagionale, e gli italiani sempre meno sono disposti a svolgere queste mansioni. Il ricorso a persone che provengono da altri paesi è dunque inevitabile,  ma proprio questo apre delle falde nelle quale si annidano criminalità, contratti fasulli, lavoro nero, mancanza di tutela o sicurezza in ambito lavorativo e assenza totale di diritti e di dignità. I troppi cavilli legati ai  permessi di soggiorno, inoltre,  non agevolano un percorso virtuoso e,  non raramente,  rendono  difficile anche il rapporto con i centri per l’impiego.

Dobbiamo impegnarci tutti per buttare le basi per una nuova forma di civiltà dove la domanda di lavoro e l’offerta si incontrano nel preciso punto dove ci sono benefici per tutti. Inoltre vanno evitati i facili accostamenti tra agricoltura e sfruttamento del lavoro o peggio ancora con il fenomeno del  caporalato. Spesso le stesse aziende agricole sono vittime dei malviventi mentre altre vengono penalizzate proprio a causa di questa tratta mafiosa e di questi pregiudizi. Chiediamo dunque controlli e che vengano monitorate le aziende che si definiscono l’intermediari  di manodopera. La maggior parte delle aziende agricole sono in regola e gli imprenditori sono onesti; rispettano la legge e i lavoratori. Non esiste una agricoltura di qualità se questa sfrutta anche solo un essere umano o se non è rispettosa dei diritti dei lavoratori. 

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