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Agricoltura: senza immigrati settore sarebbe in difficoltà

Almeno il 10% della manodopera del comparto è straniera. Scanavino: indispensabili per tenuta sistema produttivo

“Senza il lavoro degli immigrati l’agricoltura italiana andrebbe in difficoltà, perché alcune produzioni non possono essere meccanizzate. Se non ci fossero i lavoratori stranieri probabilmente non saremmo in grado di produrre, trasformare e vendere il nostro prodotto”.

Lo ha detto il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino intervenendo a Napoli nel corso dell’assemblea della Cia Campania.  Il settore è molto aperto agli immigrati -ha proseguito Scanavino- per anni si è pagato il fatto che gli italiani non sono più disposti a certi lavori come la zootecnia o le raccolte in pieno campo. Su questo gli immigrati hanno dato una grossa mano. I lavoratori che operano nell’agricoltura si insediano qui, richiamano le famiglie e quindi quel patrimonio economico non va oltre i confini italiani.

Gli immigrati giocano un ruolo importante nel mondo agricolo. Vedo che nel mondo politico emerge una chiusura in questa campagna elettorale, invece noi siamo aperti. Secondo Scanavino non ci sono dati certi ma il 10% dei lavoratori nell’agricoltura italiana dovrebbero essere stranieri.

“Bisogna distinguere -precisa però- tra l’immigrazione non mossa dalle guerre e quella economica. Con quest’ultima c’è un rapporto virtuoso. Oggi l’immigrazione mossa da guerre porta grandi masse che possono finire alla mercé della delinquenza e qui trova terreno fertile il caporalato. Un fenomeno presente al sud -ha concluso il presidente della Cia- ma forse ancora di più nel nord Italia e che combattiamo aspramente”.

 

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